Relazione di restauro

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Il restauro della Cappella Votiva

Le pitture murali si presentavano obliterate da consistenti depositi superficiali quali polvere sedimentata, ragnatele e nerofumo, agevolati dalla rugosità di alcuni intonaci, tanto da attenuare la leggibilità del manufatto. Durante la mappatura dei fenomeni di degrado sono state individuate alterazioni cromatiche di vecchie integrazioni pittoriche, stuccature costituite da materiali incompatibili e fortemente degradati, un fissativo alterato. Le ridipinture interessavano anche la fascia bassa con i busti di Santi e Beati cortonesi, le cui formelle polilobate a fondo oro erano state completamente coperte con uno strato di pittura ad imitazione dell’oro e protettivi di natura sintetica. Tutte le finte architetture, le lapidi coi nomi dei caduti, il cielo della lunetta raffigurante angeli e gli elementi decorativi dell’imbotte dell’oculo si presentavano completamente ripassati, come era usanza fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Le superfici dipinte a secco presentavano alcuni difetti di adesione della pellicola pittorica, a differenza della scena centrale eseguita ad affresco coi colori stemperati nel bianco di calce. Il quadro fessurativo era caratterizzato da lesioni non molto ampie, ma molto profonde che si ripercuotevano fino agli strati preparatori più profondi.

L’intervento conservativo ha consentito oltre al recupero di una lettura più chiara della figurazione preesistente, anche a preservare le superfici da ulteriori cause di degrado. Il restauro ha previsto il recupero della pellicola pittorica tramite la rimozione del materiale non originale soprammesso per mezzo di spolveratura e pulitura con specifiche metodologie, in accordo col funzionario addetto alla tutela del bene. Il ristabilimento dell’adesione della pellicola pittorica, la restituzione della coesione e dell’adesione degli strati preparatori distaccati hanno consentito di raggiungere le condizioni necessarie a garantire uno stato della materia idoneo per procedere alle successive operazioni. La rimozione delle vecchie stuccature degradate è stata seguita da un’integrazione delle crepe e delle lacune con malta conforme alla natura degl’intonaci originali. L’integrazione pittorica è stata eseguita con prodotti reversibili quali pigmenti minerali stabili mediante ripetute velature, allo scopo di ridurre l’interferenza visiva dell’intonaco di supporto in presenza di abrasioni e cadute della pellicola pittorica, mentre le stuccature sono state integrate con la tecnica della selezione cromatica ottenendo un’unità di lettura dell’opera.

A cura di Arianna Martinelli e Irene Segrera Pereira